Donna partorirai con dolore e sarai giudicata inadeguata.

Mentre conosciamo bene la prima metà del terribile castigo divino, la seconda parte non è giunta fino a noi, con tutta evidenza andata perduta, colpa sicuramente di una traduzione poco fedele e dei millenni trascorsi.

Ma sono sicura che inizialmente dovesse suonare proprio così.
E se ultimamente sul dolore si è fatto qualche passo avanti e, seppur con qualche ombra, l’analgesia durante il parto è ormai possibile, sul giudizio di inadeguatezza pare non ci sia niente da fare.

Non a caso Adamo ed Eva sono stati puniti per avere mangiato i frutti dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male: la nostra cultura è terribilmente giudicante, siamo tuttologi, esperti della qualunque, commissari tecnici di tutti gli sport, e diamo il nostro meglio su “come si educano i figli”.

D’accordo anche io quando non ero madre sputavo sentenze spesso e volentieri, ma poi passando dall’altra parte della barricata ho iniziato a sentire il peso dei giudizi. E la cosa non mi ha rallegrato.

Il sottotitolo è: come fai sbagli.
Sbagli a prescindere.

Ti chiedono come sta il pupo, dorme, è bravo, e non appena apri bocca per rispondere è subito un fuoco di fila di consigli,  suggerimenti, soluzioni alternative, rimedi eccezionali e taumaturgici.

Il nemico numero uno dei genitori pare sia il Consiglio Non Richiesto (CNR).
Quindi di seguito un sintetico vademecum per proteggersi dai CNR: come non cadere nella trappola del “ma hai provato con… ?”, come evitare che una banale conversazione si trasformi in un campo minato.

  1. Sorridi, sorridi sempre, ma un sorriso sfuggente, laterale come la Dama con l’ermellino o enigmatico come la Gioconda, non un sorriso raggiante mi raccomando, che non si inviti pur senza volerlo a proseguire la litania dei consigli non richiesti.
  2. Svicola, con eleganza, mai bruscamente. Se sai che stai per incontrare qualcuno particolarmente munifico di CNR cerca di tenere pronti una decina di argomenti che lo appassionano, che tipicamente riguarderanno la sua vita, le sue passioni, e appena inizia il terzo grado su come fai o non fai una certa cosa, spara l’argomento e devia il discorso. Quando terminano gli argomenti si torna al punto 1.
  3. Se ancora non hai arginato il fiume in piena di CNR sfoggia il qualunquismo: i bambini sono tutti diversi. Il cui sottotitolo è fai pure come vuoi col tuo che a mio figlio ci penso io. Una pietra tombale per CNR.
  4. Poi ci sono i propri genitori e i suoceri, e qui il gioco si fa duro. Ma come dicono i cugini francesi “à la guerre comme à la guerre”, quelli sono e quelli bisogna tenersi. Le strategie da adottare sono diverse a seconda della natura dei soggetti in questione. Coi propri genitori vista la confidenza si può adottare già durante la gravidanza una linea di sincerità brutale: quando mi serve un consiglio te lo chiedo, diversamente taci e goditi il nipote, se no a) non lo vedi più, b) te lo tieni tu da mattina a sera visto che sai meglio di me cosa fare. Da scegliere in base a quale prospettiva possa risultare più spaventosa. Suoceri, magari sono fantastici e meravigliosi, oppure: frapporre sempre il tuo compagno tra te e i suoi genitori. Che se li ciucci lui i CNR di mamma e papà.
  5. Profilo basso, ascoltare tutti, perché ogni tanto i CNR servono pure, e troncare però subito dopo l’argomento tramite la Risposta A Monosillabi (nemica giurata del CNR).
  6. Mai raccogliere una provocazione. I più accaniti nell’elargire CNR non si accontentano di parlare, vogliono il sangue, cercano il litigio. Non farti trovare. Come scrisse il buon Alighieri “non ragioniam di loro ma guarda e passa”.

E se tutto questo non dovesse bastare, c’è il vecchio detto “canta che ti passa”.

Suggerisco questi versi:
Potrei ma non voglio fidarmi di te
io non ti conosco e in fondo non c’è
in quello che dici qualcosa che pensi
sei solo la copia di mille riassunti
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più…
(Giudizi universali, Samuele Bersani)

mm
Aline Nowé è nata a Cagliari nel 1973 da papà belga e mamma sarda, è laureata in Ingegneria Elettrica, con master in Project Management nelle Costruzioni, e ha lavorato come ingegnere fino al 2014, anno in cui è diventata mamma. Da allora si dedica con passione alla realizzazione di un prototipo di dispositivo interamente biodegradabile, atto alla trasformazione di materiali compostabili in biocarburante (altrimenti noto come Figlia) e a progettare servizi utili per i neo genitori. E’ cofondatrice dell’Associazione Pannolini Lavabili Sardegna.
Co-fondatrice de Il Club dei Genitori, segue le rubriche Pannolini Lavabili, Una mamma portatrice, Cine Club e L’insostenibile leggerezza di una mamma.