Oggi vogliamo parlare di un tema purtroppo sempre attuale, che ci ha visto o ci vede tuttora coinvolti nel suo complesso fenomeno, il bullismo e il cyberbullismo.

Tanti di noi sono stati coinvolti o come attori o come spettatori in una situazione di bullismo, oppure come famiglia di un individuo coinvolto in tale dinamica.

Ma facciamo un po’ di ordine e cerchiamo di capire cosa si intende per bullismo. Tutte quelle situazioni che nel loro ripetersi nel tempo vedono prendere in giro ripetutamente, diffondere pettegolezzi e dicerie, escludere continuativamente qualcuno dai giochi o dai discorsi, esigere oggetti, cibo o denaro ottenendo il silenzio di chi osserva, umiliare, sottomettere, impaurire al punto da provocare un serio disagio e un malessere evidente in chi ne è vittima, sono tutti esempi di situazioni di bullismo, che vedono coinvolti diversi attori oltre a quelli che tutti noi conosciamo come vittima e bullo.

Infatti possiamo nominare come attori coinvolti e parti indispensabili nel bullismo anche gli spettatori, l’aiutante, il sostenitore e il difensore, infatti senza di loro è difficile che avvenga una dinamica di bullismo o per lo meno che si ripresenti nel tempo. Oggi tutto questo è reso ancora più difficile, arreca ancora più dolore e una diffusione su maggiore scala dall’utilizzo dei social network dove i followers e i likes messi su foto, video e scritte pubblicate sui vari profili sfuggono ancor più al controllo e diventano ancor più nocivi per chi ne cade vittima, inoltre dietro uno schermo è più facile diventare tutti spettatori senza sentire addosso la responsabilità di quel ruolo.

Quali sono le caratteristiche del bullismo?

Sicuramente intenzionalità, quindi parliamo di una azione volontaria e consapevole, la sistematicità, ossia il ripetersi nel tempo e l’asimmetria di potere, che può essere dovuta all’età, alla forza fisica, alla popolarità o alla numerosità del gruppo.

È importante anche essere consapevoli di quali sono le azioni che vengono considerate come bullismo, perché spesso soprattutto i più giovani tendono a sminuire alcune di queste senza riuscire a capire quale danno in realtà arrecano. Quindi possiamo parlare di bullismo diretto come picchiare, spingere, far cadere e verbale ossia offendere, prendere in giro, o indiretto come diffondere pettegolezzi, dicerie, ignorare ed escludere.

É importante capire, per saper intervenire e chiedere aiuto nel modo più funzionale, chi c’è dietro il bullo e la vittima?

Il bullo è una persona che ha un forte potere psicologico sui coetanei ma non instaura delle vere relazioni con loro, esercita un dominio sui più deboli, è quindi prepotente ed arrogante ma allo stesso tempo profondamente codardo perché sceglie la vittima in base alla sua debolezza. Non capisce la responsabilità e le conseguenze del suo agito. Questo perché solitamente è un individuo che tendenzialmente ha un atteggiamento negativo, caratterizzato spesso da mancanza di calore da parte delle figure di riferimento, spesso vittima lui stesso in altri sistemi di relazioni, un individuo cha ha ricevuto come educazione una eccessiva tolleranza verso la violenza e la prepotenza, mancanza di regole e un modello genitoriale basato sul potere.

Invece chi è la vittima? Senza dubbio un facile bersaglio, insicura, timida, con scarsa autostima oppure al contrario può essere agitata, litigiosa, pronta a creare tensione.

Entrambe, sia quella della vittima che quella del bullo, sono due modalità errate di rapportarsi agli altri.

Abbiamo parlato anche degli spettatori, che in realtà sono l’attore più importante nelle dinamiche di bullismo, perché senza un pubblico il bullo non ha ragione di esistere!

È una maggioranza omertosa che osserva, che rafforza, chi fa parte di questo gruppo sono soprattutto ragazzi passivi e gregari che cercano di affermarsi attraverso questo veicolo.

Essendo come abbiamo detto l’attore più importante nel fenomeno bullismo, è anche il più potente per fermarlo, infatti rompendo il silenzio e isolando le azioni del bullo può interrompere l’escalation di queste azioni.

Cosa possiamo fare noi per aiutare I nostri ragazzi? Prima di tutto ascoltiamoli, apriamo con loro un dialogo, rendiamoli responsabili delle proprie azioni, senza aver paura che uscire dalla complicità significhi togliere affetto, al contrario noi dobbiamo essere il loro esempio e se noi per primi non abbandoniamo un atteggiamento volto a giustificare non permettiamo loro di diventare degli adulti.

Dobbiamo prima di tutto insegnare loro l’importanza della comunicazione, il rispetto per se stessi e per gli altri, dobbiamo insegnare loro a perseguire la non violenza, che si può stare nel conflitto come momento di crescita e confronto e non come limitazione della libertà altrui, l’importanza di collaborare e soprattutto di essere capaci di prendersi le responsabilità delle proprie azioni e parole, queste sono le responsabilità che abbiamo come adulti che permetteranno ai nostri ragazzi di crescere ed entrare a far parte del mondo dei grandi.

Altro aspetto molto importante è che ognuno di noi deve saper riconoscere i propri limiti e saper chiedere aiuto. Quindi se ci troviamo in una situazione che ci vede coinvolti o vede coinvolta un’altra persona, ma non siamo capaci di intervenire ricordiamoci che possiamo e dobbiamo chiedere aiuto a professionisti esperti, che potranno aiutarci a interrompere queste azioni.

L’associazione LeQuerce, con il suo approccio multidisciplinare che vede coinvolte professionalità diverse ma coese negli interventi, offre la sua competenza per dare sostegno a tutti coloro che sono coinvolti nel fenomeno del bullismo, progettando inoltre azioni di prevenzione e promozione nei contesti maggiormente coinvolti, come ad esempio la scuola, contesti sportivi, gruppo dei pari.

 

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LeQuerce è una associazione psico_socio_pedagogica nata con l’obiettivo di offrire percorsi di sostegno per l’individuo, la coppia e la famiglia, ma anche mirata alla prevenzione e formazione. Nasce per mano di quattro professioniste del settore, il cui fortunato incontro ha dato vita a questa splendida realtà: Elisabetta Tuveri, Elena Deriu, Marica Migliaccio e Caterina Pisanu.

Dal 2018 collaborano con il Club dei Genitori per diverse attività sul territorio cagliaritano e per la programmazione del blog, in cui curano avvicendandosi la rubrica “Danzando con la Famiglia”