A cura di Marica Migliaccio (Associazione LeQuerce)

Ogni qual volta leggiamo nella cronaca l’epilogo della vita di un giovane ragazzo che per debolezza, insicurezza o sfiducia sceglie di non affrontare più le sfide inevitabili che il crescere e la vita pone, non possiamo che sentirci investiti da sentimenti ambivalenti come genitori, ma forse la verità è che la società tutta dovrebbe sentirsi responsabile di questi dolorosi percorsi esistenziali.
Di fatto ancora tanto silenzio e disinformazione esiste nell’ambito della depressione, anche adolescenziale, e al di là dell’immediato “scoop mediatico” che indaga spesso elementi torbidi di questi dolori e vissuti, permangono le stereotipie a dispetto del bisogno di prevenzione.

Raramente infatti quando si parla di Depressione la associamo ad un disturbo che può insorgere in età adolescenziale, ma negli ultimi anni le ricerche effettuate a tal proposito, hanno evidenziato che circa il 30% degli adolescenti soffre di questo disturbo.
Essa si presenta in maniera molto simile alla depressione in età adulta ed è caratterizzata da umore depresso, scarso interesse per le attività ricreative, svalutazione di se stessi e difficoltà nelle relazioni affettive. Può essere spesso associata a crisi di pianto e, in alcuni casi, anche a disturbi del sonno, dell’alimentazione fino alla formazione di idee suicidarie. Numerose osservazione di questi casi di depressione in età adolescenziale mettono in evidenza come non sempre l’adolescente depresso si mostri solo triste, ma piuttosto appaia agli altri come irritato e arrabbiato. I sintomi si manifestano gradualmente ed evolvono nel tempo, per cui è fondamentale la tempestività con cui si può intervenire.
Certo, sappiamo che esistono gli inevitabili e temuti “disagi tipici dell’età adolescenziale” che per quanto si avvicinino molto a situazioni di forte disagio emotivo, non sfociano in un vero e proprio quadro psicopatologico, e sono invece parte della normale fase di cambiamento che si riscontra nel passaggio tra l’età infantile e l’età adulta.

Quali sono allora le differenze? Quali i segnali che dovrebbero metter in allarme le persone care vicine all’adolescente?
Nel naturale sviluppo della fase adolescenziale ad esempio non è raro sperimentare ed evidenziare stati emotivi quali la noia, il pessimismo, la tendenza al ritiro sociale, spesso frequentemente associati a sentimenti di inadeguatezza nei confronti del proprio corpo che muta, ipersensibilità alle critiche e spesso la ricerca di sensazioni nuove. Ma in questo processo, tutte le ambivalenze sono alternate da momenti di felicità, gioia e condivisione e soprattutto l’adolescente non perde interesse per le sue passioni o hobby, continua a fare sport, a coltivare i propri interessi. Al contrario un adolescente depresso, non proverà più piacere nei confronti delle attività che un tempo adorava e gradualmente le abbandonerà, isolandosi anche dalle relazioni che aveva costruito durante le proprie attività ricreative.
Ci sono dei fattori di rischio che possono predire una probabilità del manifestarsi della depressione in adolescenza?
Gli studi e le ricerche sembrano confermare questo rischio predittivo e sebbene non si possa affermare con univocità quali siano le cause della depressione nell’adolescente, sono stati individuati alcuni fattori che possono influenzarne l’insorgere:
• Familirità: la presenza in famiglia di una o più persone che soffrono, o hanno sofferto in passato, di depressione.
• Genere: le donne soffrono di depressione in misura maggiore rispetto agli uomini.
• Comorbilità: Presenza di altri disturbi come ad esempio il disturbo d’ansia.
• Eventi stressanti: spesso dietro l’insorgenza della depressioni si celano esperienze di vita negative come ad esempio la perdita precoce di un familiare stretto, divorzio turbolento dei genitori, difficoltà nella relazione con il gruppo dei pari o a scuola.
• Handicap fisici: essere affetto da una malattia cronica o disabilità.
• Traumi infantili: eventi traumatici durante l’infanzia come l’abuso o la perdita di un genitore.

Quando la depressione si presenta come quadro psicopatologico all’interno di un nucleo familiare, tutta la famiglia ne è inevitabilmente investita e una corretta informazione sociale dovrebbe permettere a tutti i suoi componenti di non vergognarsi di quanto sta accadendo, non sottovalutarlo, non sminuire gli stati psicoaffettivi di chi ne è coinvolto in prima persona, ma di accompagnarlo nei giusti processi per affrontare insieme il mal-essere (compito che forse dovrebbe essere sostenuto anche dall’ambiente scolastico, dalle società sportive e da tutti i campi in cui il giovane adolescente è attore e partecipe). Il trattamento degli stadi delle depressioni più acute nell’adolescente può essere psicoterapico, farmacologico o entrambi. Spesso è proprio l’associazione di terapia farmacologica e psicoterapica che favorisce la remissione dei sintomi e, lavorando sulla consapevolezza delle problematiche e il riconoscimento dei segni, agevola l’identificazione di eventuali nuovi episodi depressivi e lavora a fondo sulla percezione del “diverso” o “sbagliato” a causa della malattia.

Ecco quindi che le notizie dei nostri giovani, alle volte così fragili e bisognosi di cure, devono diventare importanti campanelli di allarme per non lasciarli soli in quell’importante momento di vita in cui l’esplorazione di sé, del mondo e il “ritorno alla sicurezza” si amalgamano alle volte in modo confuso e ambivalente. La loro sfida è di passare per forza da quella porta per poter diventare adulti e noi, i “già” adulti, abbiamo la sfida di lasciarli sperimentare ma sempre con uno occhio attento e partecipe alla loro vita.

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LeQuerce è una associazione psico_socio_pedagogica nata con l’obiettivo di offrire percorsi di sostegno per l’individuo, la coppia e la famiglia, ma anche mirata alla prevenzione e formazione. Nasce per mano di quattro professioniste del settore, il cui fortunato incontro ha dato vita a questa splendida realtà: Elisabetta Tuveri, Elena Deriu, Marica Migliaccio e Caterina Pisanu.

Dal 2018 collaborano con il Club dei Genitori per diverse attività sul territorio cagliaritano e per la programmazione del blog, in cui curano avvicendandosi la rubrica “Danzando con la Famiglia”