E mentre camminiamo nel luminoso e freddo pomeriggio invernale, si discute su quali iniziative di sostegno alla genitorialità tedesche sarebbero da esportare in Italia.

I Familienzentren sono considerati all’unanimità come una risorsa imprescindibile per vivere con serenità la quotidianità da genitore a Berlino. Sono centri di aggregazione, formazione e supporto per le famiglie che offrono corsi, consulenze e possibilità di incontro tra genitori a partire dalla gravidanza fino agli 8-10 anni dopo la nascita, gratuitamente o a costo sociale. Lavorano inseriti nella rete del tessuto sociale e locale del quartiere, cooperano con il comune e i suoi reparti e sono finanziati con fondi pubblici del Senat für Bildung, Jugend und Familie (il senato per l’educazione, i giovani e la famiglia), allo scopo di prevenire il disagio psicosociale, promuovere il benessere e la salute globale dei bambini e di tutta la famiglia.

E sono molto belli! Al loro interno i genitori possono trovare tutto quello che serve loro, dal fasciatoio con salviette e pannolini, te, caffè e spesso anche qualcosa per soddisfare la fame o preparare il pasto ai bimbi, angoli gioco e relax sicuri, così mentre i piccoli esplorano gli spazi a misura di bambino, le mamme stanche possono rilassarsi, chiacchierare o scambiare due parole con le operatrici sulle tematiche che sono per loro importanti, farsi orientare su quali sono i passi e le carte necessarie per ottenere sussidi, posti all’asilo, affitti ribassati ecc.

 

 

Il Familienzentrum FAMOX è il luogo dove le mamme che sto accompagnando oggi si spostano sempre dopo essere state allo Spazio delle Mamme . Per loro frequentare questo centro è stato indispensabile per rompere la routine e l’isolamento quotidiano che la vita a casa coi bambini comporta.

Il FAMOX si avvicina e la nostra lista di quello che qui aiuta ad essere genitori e che ancora manca in Italia si allunga.

L’assistenza nel percorso nascita: in Germania l’ostetrica (Hebamme) è la figura principale di riferimento per l’accompagnamento alla gravidanza fisiologica, il parto e il dopo parto (Vorsorge, Geburt und Nachsorge), i costi per le sue prestazioni sono coperte dalle casse mutue, statali o private. Alcune di queste visite vengono di routine svolte a casa della donna e in teoria l’intero percorso di assistenza serve a garantirne la continuità, cosa che in Italia è piuttosto rara ma che comporta dei vantaggi per il benessere di mamma e bimbo. In teoria, perché la situazione attualmente sta diventando molto difficile: il sistema è valido e finora ha funzionato, ma al momento ci sono troppo poche ostetriche e troppe donne incinte e bambini che nascono e mettersi alla ricerca di un’ostetrica è la prima cosa da fare dopo aver scoperto di essere gravide, ancora prima di chiamare il partner per sconvolgerlo con la lieta notizia. Oltretutto un paio di anni fa le assicurazioni professionali che le ostetriche devono avere per lavorare, sono state aumentate arrivando a costare circa 6.000 euro l’anno; questo ha portato molte Hebamme libere professioniste, che seguivano gravidanza e postparto (le cui prestazioni sono comunque coperte dalle casse mutue), a scegliere di lavorare in ospedale (dove l’assicurazione è pagata dal datore di lavoro) o a cambiare addirittura mestiere col risultato che attualmente trovare un’ostetrica che ti segua per tutto il percorso, dalla gravidanza fino all’esogestazione, è un’impresa ardua, tanto quanto trovare una casa, un posto all’asilo o dal medico specialista che ti è stato consigliato perché bravissimo. Trovare un lavoro a Berlino è invece la cosa più facile, soprattutto se sei ostetrica!

Per approfondimenti circa l’assistenza ostetrica a Berlino vi rimando al sito della mia bravissima e stimata collega ostetrica Andrea.

Un’altra geniale trovata che ci si potrebbe portar via in valigia in Italia è… la Rückbildungsgymnastik!

In Italia, ma per fortuna sempre meno, si sente parlare di perineo per la prima volta nella vita quando ci si trova nel periodo del climaterio o in relazione a disturbi dell’area urogenitale come incontinenza o prolasso. Il senso comune che si è formato in seguito a questo atteggiamento è che queste patologie siano una normale conseguenza dell’età e dei cambiamenti ormonali che rendono la muscolatura “là sotto” meno tonica.

E invece no! La gravidanza, il parto e gli affaticamenti successivi dati dal portare il bimbo in braccio per lungo tempo rendono il perineo, gruppo di muscoli importantissimi e altrettanto sconosciuti situati all’interno del bacino, soggetto ad un indebolimento che è normale incontrare ma allo stesso tempo possibile da contrastare, prendendosene cura con consapevolezza ed esercizi specifici.

Quasi tutte le donne che vivono in Germania sanno che dopo una gravidanza ti aspetta il Rückbildung che, udite udite, è completamente gratuito per le puerpere in quanto coperto dalla Krankenkasse come ginnastica preventiva alle seguenti condizioni:

– il corso deve essere offerto da ostetriche o fisioterapeute formate e abilitate

– essere fatto entro 9 mesi dal parto

– avere una durata massima di 10 incontri, ognuno da 60 minuti.

Et voilá! Addome, schiena e perineo vengono riattivati per sostenere meglio la donna nell’intenso lavoro corporeo del dopo parto, perché mal di schiena e incontinenza non dovrebbero essere compresi nel pacchetto puerperio e soprattutto costano più caro se trascurati, sia alla donna che alla sanità.

Veniamo ora al lato economico della questione, che qui in Germania è ormai una realtà assodata che sicuramente influenza la pianificazione familiare, mentre in Italia è ancora solo un miraggio lontano tra le politiche a sostegno della genitorialità.

Ogni famiglia con figli (che siano naturali, adottivi o affidatari) residente in Germania indipendentemente dalla cittadinanza o residente all’estero con nazionalità tedesca, ha diritto ad una prestazione economica che vuole garantire una base minima di sicurezza per il loro accudimento. Questo sussidio porta il nome di Kindergeld e in tutta la Repubblica Federale Tedesca ogni mese vengono versati Kindergeld per circa 17 milioni di bambini.

 

Il valore dei Kindergeld è da decenni in costante aumento: attualmente al mese per i primi due figli si ricevono 194 euro, per il terzo figlio 200 euro e dal quarto in su 225 euro a bambino; dal luglio 2019 è previsto un aumento del 5%, quindi 10-12 euro in più al mese per ogni bimbo.

Questo sostegno economico è dato a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, ma riveste un ruolo importante specialmente per le famiglie con entrate medie e basse; per i genitori single o famiglie in difficoltà economica sono previsti ulteriori aiuti finanziari.

In Germania è anche più facile conciliare famiglia e lavoro grazie ad una serie di leggi che tutelano la persona che decide di stare a casa ad occuparsi dei propri figli mantenendo il posto di lavoro: ogni genitore   che lavora come dipendente ha diritto all’Elternzeit, ossia un periodo di massimo 3 anni per figlio da utilizzare entro l’ottavo anno dalla nascita in cui stare a casa dal lavoro per dedicarsi alla famiglia. In questo periodo si è tutelati dal licenziamento, non si riceve stipendio ma si possono richiedere sussidi che lo sostituiscano.

Questi sussidi rientrano sotto il nome di Elterngeld e sono una prestazione che ricevono i lavoratori dipendenti, indipendenti, misti e anche i disoccupati; può essere pianificata in modo flessibile e variabile in base alle entrate che si hanno, a quanto tempo si vuole stare a casa col bambino e al fatto che può essere preso in contemporanea da entrambi i genitori.

Nella pratica, visto che la questione Elterngeld è fatta da calcoli piuttosto complicati e di ben 3 varianti fra loro combinabili, si può dire che tutti i genitori hanno diritto ad un minimo di sussidio di 300 euro mensili (per i disoccupati) che può arrivare ad un valore compreso tra il 65% e il 100% dello stipendio o delle entrate dell’anno precedente alla nascita. Questo è valido per entrambi i genitori, i quali possono decidere di prendersi questo tempo e questi soldi per l’accudimento e l’educazione dei figli anche contemporaneamente. Questi sussidi possono essere versati per un minimo di sette mesi fino ad un massimo di 28.

 

Circa un quarto dei padri in Germania ha passato almeno due mesi insieme alla compagna e ai figli dopo la nascita: di solito i primi due in cui la neomadre ha bisogno di riposo, cura e attenzioni in modo da recuperare le energie e da avviare una buona relazione col proprio neonato, ma anche intorno al primo anno di vita del bambino durante l’inserimento al nido, che non di rado viene appunto fatto dai papà in congedo parentale.

Con le giuste combinazioni è possibile riuscire a passare anche più di due anni in cui ci si divide tra lavoro part-time e accudimento dei figli, che non potranno che beneficiare di una presenza affettiva così continua e costante, che li porta ad aprirsi al mondo esterno al nucleo familiare con gradualità.

Perché diciamoci la verità, il ritorno al lavoro dei genitori e l’affidamento quotidiano e prolungato dei bambini a degli estranei a 3, 6, 9 mesi dalla nascita mai è un’esigenza del bambino, raramente lo è dei genitori e sempre lo è della società e della politica che non sono in grado di valorizzare il ruolo e il valore di una genitorialità consapevole, di investire nella famiglia e sostenerla economicamente, promuovendo il benessere e la salute psicosociale delle persone, che nell’epoca della gravidanza e della prima infanzia gettano le loro radici.

Molte delle famiglie italiane che stanno in Germania hanno potuto concedersi lunghi viaggi, proprio grazie a questa politica di sostegno di un equilibrio sano e autodeterminato tra vita lavorativa e familiare, come Martina che ci ha appena lasciate per andare a finire le valigie: il suo compagno ha appena iniziato il suo secondo mese di Elternzeit, gli ha preparato il pranzo e poi partono per il Portogallo, dove resteranno un mese intero.

Noi intanto siamo arrivate al FAMOX e dentro troviamo una certa tranquillità, a quest’ora i bimbi sono di solito a casa a fare il riposino. Ci sorprendiamo ad essere le uniche mamme presenti: gli altri bimbi sono accompagnati tutti dai papà!

È un’ottima occasione per sentire anche la loro versione dei fatti… nella prossima puntata!

 

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Silvia Bonapace è nata a Bologna nel 1983, è laureata in Psicologia ed è educatrice perinatale in formazione. Vive a Berlino col compagno e i figli dal 2013. In Italia ha collaborato con l’Università di Bologna in progetti di ricerca su benessere, disagio perinatale e maternità transculturale. Attualmente in Germania lavora con la comunità italiana, migrante e tedesca, occupandosi di sostegno psicologico, promozione della salute, empowerment nella genitorialità e nel percorso nascita. É socia fondatrice dell’associazione Salutare per la salute mentale degli italiani in Germania.
Segue la rubrica Genitori FuoriSede.