di Francesca Romana Motzo

“Ogni cosa che tocchiamo, assaggiamo, annusiamo, udiamo, vediamo, chiama simultaneamente in causa tutti i sensi.
Ciò che tocchiamo ci tocca, ci impressiona, preme contro fino a lasciare un’impronta al vaglio dei mnemosensi, perchè possano confrontarla con gli archetipi e gli imprinting.” (Gli stili prenatali nelle arti e nella vita – S.Guerra Lisi, G.Stefani)

La mia continua ricerca sulla comunicazione non-verbale, espressa attraverso il suono, ha definito senza incertezze la direzione del mio cammino professionale, che ha reso possibile ad oggi, la creazione di Contattosonoro, dimora che dal 2011 contiene le mie esperienze formative, didattiche, terapeutiche ed artistiche, tutte volte ad attivare dei canali comunicativo-espressivi che supportino la relazione in essere, indipendentemente dall’area di intervento che in quel momento mi accoglie.

Il mio lavoro dedicato alla gravidanza nasce quattordici anni fa, momento in cui, attraverso il Massaggio Sonoro (tecnica che ha condensato tutto il mio amore verso il suono ed il sonoro) arrivai ad interagire con la figura dell’adulto “futuro genitore”. Dopo essermi dedicata dapprima al bambino e poi al neonato, creare un’interazione con il feto fu per me una tappa obbligata per iniziare a sperimentare ed esperenziare un “dialogo sonoro” il più veritiero e spontaneo possibile.
La meravigliosa unione madre/feto, in tutta la sua unicità ed ancora, il legame padre/madre/feto, divennero così quel luogo privilegiato dell’amore e degli affetti, dove poter strutturare il mio presupposto professionale “al principio della vita”.

Ormai la ricerca scientifica ci offre senza alcun dubbio l’importanza che il suono ha in questo momento così delicato e sensibile, come l’attesa di una nuova vita. Ciò che più viene riconosciuto come percettibile è il battito cardiaco o la voce della madre, ma abbiamo anche il suono del respiro, quello del flusso sanguigno, quello della digestione (anche se può apparire strano o buffo) e lo spostamento naturale degli organi, tutti contenuti all’interno del corpo materno.
Insomma, una prima armonia magistralmente composta per essere una casa sonora rassicurante e caratterizzante. Un corpo sonoro che esprime la sua unicità (quello della madre) capace di definire indelebilmente la prima memoria del nuovo Essere (quella del feto) e dalla quale emergerà la propria Identità Sonora (specifico subito che non si tratta di una top ten musicale dedita solo a definirci fruitori uditivi… o almeno, non solo).
Quest’ultimo concetto, sistematizzato da uno psichiatra musicoterapeuta argentino (R.O.Benenzon) è capace di mappare sonoramente la comunità umana in forma di cerchi concentrici, che vanno dall’identità sonora individuale fino a quella universale, passando per l’ISO familiare e socio-culturale.
Ancora una volta specifico che questo non risulta essere solo una lista della propria musica preferita, ma in un più ampio significato di autobiografia sonoro-musicale, definisce come e quanto l’elemento sonoro in tutte le sue forme (da quello puro fino a quello strutturato), ci identifica ed è capace di farci generare espressione e relazione con noi stessi e con l’altro.

So che per chi non ha mai sperimentato un dialogo non-verbale attraverso il suono ed il movimento (due facce della stessa medaglia), forse difficilmente può immaginarsi quanto si possa creare attraverso di esso in termini di contatto profondo… parlo di quel contatto che non ha bisogno di definizione verbale o di parola e che va solo vissuto nella piena complicità di una qualità di presenza sublime.
Provo molta emozione nell’osservare una madre ed un padre col suo bimbo/a, durante lo sviluppo di un dialogo sonoro nel quale si attiva una vera e propria sintonizzazione affettiva (Stern), il momento in cui ci allontaniamo dalla semplice imitazione delle vocalità od espressioni facciali del neonato o dal riempire con le nostre infinite proposte lo spazio che è deputato al dialogo o ancora, quando mettiamo tanto e tanto verbale dando importanza alla parola, quando l’elemento imprescindibile per il nostro tesoro è, e rimane, il suono della voce parentale.
Ecco, se ci si fermasse a respirare tranquillamente e prima di ogni altra azione, ad osservare attentamente quel corpicino cosi delicato ed a tratti fragile, ma che dentro di se contiene una forza infinita, se il contatto visivo è il primo tra tutti ed il mondo attorno svanisce perchè c’è spazio per un vero e profondo incontro, ecco, quel momento esatto è l’inizio di un dialogo non-verbale che sarà capace di trasportare il vostro e reciproco contenuto affettivo-emotivo o più semplicemente, il vostro Amore.

“Il nostro corpo e il corpo dell’altro sono corpi vivi, corpi vissuti. Soprattutto sono corpi-biografia, corpi-messaggi, corpi che parlano, che comunicano, che possiedono un loro linguaggio. Sono corpi, quindi, che vanno ascoltati”(da Ascoltarsi, ascoltare. Le vie dell’incontro e del dialogo – Vittorio Luigi Castellazzi).

Il mio lavoro musicoterapeutico e didattico, si svolge sia individualmente che in gruppo; in entrambi i casi ciò che accade è sempre un incontro speciale dove ogni realtà viene accolta, compresa ed inclusa all’interno di un percorso che alla fine racconterà una storia importante, fatta di scoperte, di creazioni, di crescita…insieme.

Nel momento in cui ho iniziato ad occuparmi di gravidanza, ho scoperto ben presto che poteva essere incompleto circoscrivere il mio intervento solo fino al momento del parto. In egual modo ho compreso che il primo anno di vita del neonato rappresentava un periodo importante durante il quale, quasi in forma speculare, ciò che era stato esperenziato durante l’attesa, poteva essere ri-vissuto in forma completa all’interno del nuovo nucleo familiare, consolidando le consapevolezze acquisite in termini di qualità di presenza, percezione sensoriale, capacità di contatto, comunicazione profonda.
Il mio lavoro, a suo modo e gradatamente, si è trasformato in un percorso di supporto alla neogenitorialità dove l’elemento sonoro-musicale nella sua scoperta, nella sua esplorazione ed espressione individuale e condivisa, nella sua affermazione consapevole, rappresenta una prospettiva ed un fil rouge attraverso cui attivare e sviluppare risorse personali che renderanno possibile uno svolgimento del percorso educativo sicuramente più armonioso.
Il Suono è di tutti. Non richiede competenza ma solo qualità di presenza perchè possa iniziare a vibrare attraverso di noi e con gli altri. Nessuna magia, se non quella dell’emozione che può scaturire dall’iniziare ad usarlo. Nessuna limitazione nella forma che decidiamo di dargli. Nessun giudizio estetico, ma solo la gratitudine per la condivisione.


Ma domandatevi pure come è possibile “suonare e ri-suonare”, perchè qui non si tratta di saper suonare uno strumento (…o non solo), bensì di permettere che l’aspetto più primordiale del suono stesso, la sua caratteristica vibratoria, la sua frequenza, possa essere udibile o percettibile a livello sensoriale, durante la sua espressione.
Osservate un neonato durante i primi mesi di vita… ascoltatelo… non è forse un “continum sonoro” di vocalità, sonorità e ritmi?
Cosa è possibile scoprire secondo voi, dal momento del concepimento fino al momento in cui sopraggiunge il verbale?
L’inizio di ogni nuova vita può offrire all’adulto-genitore una tavolozza di infinite possibilità relazionali, che mettono in campo una trasformazione, a volte faticosa, a volte contrastata, a volte intensamente cercata, a volte accolta senza riserve.
Ogni passo compiuto per la prima volta, ogni gesto, ogni conquista, richiamano a se un’espressione libera che non ama essere limitata, ma chiede solo di essere accolta in quel luogo che è la vita e non solo dal bambino, ma anche dall’adulto che l’accompagna.
Non ci sono “anche” le emozioni
Non ci sono “anche” i sentimenti
Non ci sono “anche” le relazioni
Non ci sono “anche” gli affetti
(da Pedagogia al nido. Sentimenti e relazioni – Ed. Carocci Faber)

Francesca Romana Motzo – Musicista – Musicoterapeuta
Email: [email protected]
Diplomata in clarinetto, svolge la sua formazione classica tra il Conservatorio di Musica “PL Da Palestrina” di Cagliari e quello di Parigi XIII “Maurice Ravel”, dove si diploma sotto la guida del M° Michel Kasper. Sceglie in seguito, come suo cammino professionale quello della Musica Creativa, approfondendo lo stile improvvisativo sia come solista che in gruppo e si interessa in modo specifico, all’interazione tra i vari linguaggi artistico-espressivi. Svolge un’intensa attività di ricerca e sperimentazione in campo multimediale e collabora con diverse realtà del panorama sardo come, il Crogiuolo, il Man Ray, TiconZero, Riverrun, Exma – Exhibiting and Moving Arts, Confinivisivi, Spaziodanza, etc. Dal 2016 inizia a collaborare a progetti che sviluppano l’interazione tra musica e danza, con l’intento di approfodire il legame tra suono e movimento. Come Musicoterapeutaa, diplomata e specializzata nell’applicazione agli stati di incoscienza ed alle cerebrolesioni acquisite, svolge un percorso di ricerca continuo sul coma acuto in ambito clinico-ospedaliero. In parallelo crea il Massaggio Sonoro Applicato, una tecnica di supporto a percorsi terapeutici che prendono in carico forti disagi psicofisici ed alla neogenitorialità, con uno sguardo specifico sulla gravidanza ed i primissimi anni di vita del bambino. Alla fine del 2011 crea Contattosonoro, per consolidare il suo lavoro decennale sulla Musicoterapia ed Espressività sonoro-musicale in ambito didattico contemporaneo e mirato all’inizio della vita, cosi come consolidare e sviluppare la parte artistica nella continua ricerca del Suono che dialoga ed interagisce. (importante la collaborazione in territorio regionale, con il progetto nazionale Nati per la Musica). Dal 2013 fa parte di Spaziomusica Didattica di Cagliari, un gruppo di ricerca e sperimentazione sulla didattica musicale contemporanea, che mira ad
esplorare ed ampliarne i confini, con l’obiettivo di strutturare percorsi esperenziali dedicati alle varie fasce d’età dell’individuo, percorsi didattici inseriti in strutture istituzionali, formazione per docenti e ricerche scientifiche che mettanno in connessione l’essere umano e la Musica, non solo in termini di apprendimento, ma anche di relazione e crescita personale. Dal 2015 è partner del progetto per la nuova gestione artistico-culturale dell’Exma – Exhibiting and Moving Arts, con la quale sviluppa progetti che consolidano i legami espressivi tra suono ed arte visiva, sia a livello didattico che artistico.
Dallo stesso anno, è docente presso la Scuola Civica di Musica di San Sperate dove sviluppa un progetto di espressività sonoro-musicale (inserito nel dipartimento di Propedeutica Musicale) dedicato alla gravidanza ed i 0-36 mesi, progetto che viene accolto dal 2016, anche nella Scuola Civica di Musica per l’Ogliastra, a Lanusei.

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Il progetto Il Club dei Genitori nasce dall’incontro professionale e umano di alcune madri, provenienti da ambienti diversi ed accomunate da quell’enorme salto nel vuoto che è la maternità. Quando tutto cambia: prospettive, tempi, ruoli, equilibri, ed in poco tempo è necessario trovare un nuovo assetto e ricollocare ogni pezzo della propria vita per fare spazio al nuovo arrivato.