È il 2017 e c’è ancora gente che crede che allattare al seno in pubblico sia un atto pornografico.
Della tetta al vento ne avevo già parlato qui e onestamente pensavo che in tutti questi anni il genere umano italico (ma non solo) fosse evoluto e rinsavito.

Ingenua che sono.

A Biella una mamma si è trovata davanti uno zelante dipendente delle poste che le ha fatto notare come la politica degli uffici preveda solo allattamento con biberon in pubblico. Se proprio le scappava di allattare al seno, avrebbe dovuto trovare un luogo appartato.

La risposta delle mamme Biellesi è stata immediata: un sit – in di fronte all’ufficio postale con tanto di passeggini, bebè, tette al vento e qualche papà supporter.

Questa è storia vecchia e la controreazione già vista, eppure la cervice umana è recidiva e ci si ritrova immancabilmente nel secondo decennio del XXI secolo a considerare disdicevole l’allattamento al seno in luogo pubblico.

Con la delicatezza di uno schiacciacazzi… pardon, schiacciasassi guidato da un ippopotamo, vorrei mettere in chiaro alcune cose:

Il seno non è un organo sessuale

Il seno non è un organo sessuale, per quanto possa essere con inventiva coinvolto in sollazzi amorosi.

Il seno non è un organo sessuale, perché se lo fosse allora lo sarebbero anche le dita delle mani e le mani stesse, o le bocche o i piedi… ci siamo capiti, vero?

Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono alcuni atti, quali per esempio l’espletamento di bisogni fisiologici o l’atto sessuale vero e proprio, che per quanto naturali, non sono bene accetti in pubblico per questioni di igiene e di decoro.

Mi chiedo però come l’allattamento al seno possa interferire con igiene e decoro?

Di certo la mamma che si sdraia in mezzo alla strada per allattare forse non fa un favore al proprio figlio garantendo la necessaria igiene.

Così come la mamma che si denuda tra la folla schizzando latte negli occhi dei passanti a mo’ di battaglia navale, potrebbe risultare alquanto inappropriata.

Personalmente non ne conosco molte di donne che hanno tenuto atteggiamenti simili (ovvero nessuna, ndr), voi?

Allora perché tutto questo polverone ogni volta che un bimbo viene nutrito? Perché nel 2017 si devono ancora leggere notizie di madri allontanate, redarguite, insultate perché compiono il naturalissimo atto dell’allattamento al seno?

L’OMS, l’UNICEF e il Ministero della Salute sottolineano come l’allattamento al seno sia importantissimo soprattutto nei primi 6 mesi di vita dei bambini.

Apro una parentesi: il senso di questo post non è quello di considerare l’allattamento al seno migliore o più importante di quello artificiale o comunque con biberon. Ogni madre deve sentirsi libera di scegliere, se adeguatamente informata, di allattare in un modo o nell’altro il proprio figlio.

Se internazionalmente e nazionalmente l’allattamento al seno è tenuto in così alta considerazione, allora le madri che decidono di utilizzarlo dovrebbero avere la possibilità di farlo ovunque, nei limiti della sicurezza personale e del proprio figlio.

E invece si ritrovano a dover combattere la libido deviata e repressa di uomini con decadimento precoce di testosterone che li porta a pensieri impudichi di fronte ad una madre in allattamento e, conseguentemente soverchiati da un profondo senso di vergogna, scaricano le responsabilità sulla madre stessa invece che sulla loro malizia intrinseca.

Ma peggio di costoro è l’ipocrisia e il bigottismo di donne che (magari senza figli) credono di sapere cosa sia adeguato, appropriato e opportuno.

Se il commento di un uomo in imbarazzo può infastidire, una donna che attacca un’altra fa infuriare.

Siamo una società di scollature spericolate e seni prominenti in cui la vista di una tetta, con chiari riferimenti sensuali, in luoghi pubblici è apprezzata, accettata o quanto meno considerata norma.

Poi scatta la censura vigliacca e la mamma con un bimbo al seno è oscena.

Questo doppio standard ipocrita disturba non poco e lascia, per lo meno la sottoscritta, alquanto perplessa.

Le mamme possono scegliere un luogo appartato e comodo se riescono a trovarlo, ma se questo non esiste che fanno? Lasciano morir di fame il figlio per non disturbare il pubblico?

Molte donne contro l’allattamento in pubblico, giocano la carta del “ma io lo dico per te e il tuo bambino… se proprio vuoi farlo, sarebbe meglio a casa, nell’intimità delle quattro mura domestiche, in modo da dare al piccolo tranquillità e a te la gioia di una condivisione intima senza gli sguardi indiscreti di estranei”.

Mai letto nulla di più dannoso! Che fa una mamma i primi tre mesi? Si chiude agli arresti domiciliari causa continue poppate?

Con la scusa della difesa dell’atto delicato tra madre e figlio, queste ipocrite doppiogiochiste danneggiano le mamme molto di più che la contro parte maschile.

Perché ti da fastidio? Mi verrebbe da chiedere a tutti queste ben pensanti.

Le possibili risposte sono almeno due: ti urta perché non hai figli e ti manca la ghiandola secernente comprensione ed empatia, oppure li hai ma per qualche motivo non hai mai allattato in pubblico e ora provi invidia pectus e la tua reazione è quella di distruggere chi, al contrario di te, ha deciso di vivere serenamente la propria natura e il proprio ruolo di madre, senza costrizioni e ipocrisie sociali.

Qualunque sia la motivazione di costoro, un consiglio: chiudete la bocca e volgete lo sguardo altrove perché i senza pudore siete voi.

di Enrica Costa, tratto dal blog Oasidellemamme.it – 2 febbraio 2017 – rubrica Educare

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Enrica, classe ’76, buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta…la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità italiana con quella di mamme straniere: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche (qui tutta la bio http://www.oasidellemamme.it/chi-siamo/enrica-costa/)