Ho lasciato mia figlia dai nonni per andare a vedere questo film, sarò anche io una mamma molto cattiva?

La risposta è si, per una miriade di motivi, la maggior parte dei quali diversi da quelli del film, ma come dice Carla co-protagonista e cattiva mamma: “Lo sapremo solo tra molti anni se stiamo facendo un buon lavoro, quando i nostri figli crescendo saranno diventate brave persone, o meno.”

La commedia appartiene al filone College, tra sbronze, eccessi e piccantezze, solo che, al posto degli studenti sfigati vs campioni dello sport, ci sono mamme incasinate contro mamme perfette. Poi ci sono mariti imbarazzanti & inutili, figli stressati & scontenti, l’inevitabile competizione tra buoni & cattivi, il tutto giocato sulle contrapposizioni, con ruoli tagliati con l’accetta e semplici da collocare. Morale della favola: uno, non serve essere mamme perfette di figli perfetti, ma educarli a diventare brave persone, possibilmente in grado di essere felici; due, tendere alla perfezione porta guai; tre, la perfezione non esiste e chi ci sembra tale in realtà è molto abile a nascondere le magagne.

Dai va bene così, da qualche parte bisogna iniziare a invertire la tendenza (alla perfezione delle mamme e allo schiavismo dei restanti membri della famiglia).

Amy, la protagonista, moglie e madre di due figli alle scuole medie, corre come una pazza tutto il giorno, principalmente inseguendo l’idea della mamma che vorrebbe essere e naturalmente non riesce, e non fa felice nessuno, tanto meno sé stessa. Quindi passa al lato oscuro della forza, complice l’incontro con altre due mamme frustrate; iniziano a divertirsi e a trasgredire narcisisticamente, cambiando la loro immagine in quella di donne vincenti e sicure di sé, ma andando incontro ad una crisi familiare. Matureranno tutti, come spesso accade dopo le crisi, ma soprattutto rallenteranno, a scuola come a lavoro, ritrovando il piacere di godersi la vita insieme.

Alla fine di questa favoletta, mentre si torna a casa da marito e figli, viene da chiedersi quanto il mondo reale sia disposto, come nel film, a premiare le mamme imperfette; cioè a seguire la casa, preparare i figli, accudirli, consolarli, accompagnarli mentre loro si ritagliano del tempo per sé. Senza sbuffare e dicendo magari: “Ciao amore divertiti e non guardare l’orologio.”

E ipotizzo anche, molto realisticamente, che i tantissimi ragazzini che ho visto in sala (meraviglia, erano il 90% degli spettatori), i cui occhi brillavano divertiti e ammirati vedendo queste mamme cosi trasgressive, tornando a casa non abbiano proposto di occuparsi della cena, bensì tediato le loro madri con “Ehi mà, dove è la roba pulita? Cosa c’è da mangiare? Stasera vado a ballare e mi devi venire a prendere alle 3 e poi accompagnare Lilly, Kiki e Zinzy che abitano rispettivamente a nord, est e ovest del centro”. E tu abiti a sud, ovviamente.

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Aline Nowé è nata a Cagliari nel 1973 da papà belga e mamma sarda, è laureata in Ingegneria Elettrica, con master in Project Management nelle Costruzioni, e ha lavorato come ingegnere fino al 2014, anno in cui è diventata mamma. Da allora si dedica con passione alla realizzazione di un prototipo di dispositivo interamente biodegradabile, atto alla trasformazione di materiali compostabili in biocarburante (altrimenti noto come Figlia) e a progettare servizi utili per i neo genitori. E’ cofondatrice dell’Associazione Pannolini Lavabili Sardegna.
Co-fondatrice de Il Club dei Genitori, segue le rubriche Pannolini Lavabili, Una mamma portatrice, Cine Club e L’insostenibile leggerezza di una mamma.